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martedì 27 ottobre 2015

A proposito del professor Corrado Malanga...

216 : commenti
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, 
di quante tu ne possa sognare nella tua filosofia".

È comparso su 22 passi per la prima volta ieri e già comincio ad amare quest'uomo! :-)
Grazie per avermi invitato innanzitutto. 
Mi capita abbastanza raramente in questi ultimi anni di venire a fare qualche conferenza un po' più giù di Roma... io abito a Pisa e quindi non posso essere dappertutto, ma bisognerebbe andare anche in Sicilia... in Sardegna ci sono stato tante volte... e allora venire qui oggi per me è anche l'occasione per aprire un dibattito anche con la gente di qua. 
Guardate... diciamocelo subito, io faccio il docente di chimica organica: ve lo immaginate in Dipartimento la gente con che faccia mi guarda quando sanno che io sono quello degli UFO? Eh, diciamocelo subito: ti guardano in modo strano! Perché? Ma d'altra parte - sapete - io ho anche cinquanta pubblicazioni sul London Chemical Society inglese e quindi da un punto di vista di pubblicazioni scientifiche nel mio ramo, purtroppo, ce ne ho tante e ho una grande credibilità dal punto di vista chimico, cioè io faccio il chimico organico. Allora come mai io che faccio il chimico organico, che ho la credibilità a livello universitario nel mio lavoro, poi divento non credibile quando parlo di UFO? Posso essere pazzo a metà
Ecco, questo è subito l'inizio, perché va capita una cosa importante, che questo discorso degli oggetti volanti non identificati è un discorso che la gente non fa perché è un discorso scomodo... (Corrado Malanga, Napoli 2007)
Questo era solo l'incipit. Youtube ci permette di seguire l'intera conferenza (2 ore e 15 minuti) che il prof. Malanga tenne a Napoli 8 anni fa. Buona visione.



Pazzo a metà? No, soltanto molto più lucido dei colleghi mainstream che lo guardano in modo strano! :-)

Ultra-dense Hydrogen and Low Energy Nuclear Reactions

0 : commenti
In questi giorni è arrivata anche a me copia, da parte di Francesco Celani (INFN), delle slide che Sveinn Olafsson e Leif Holmlid (University of Iceland) hanno presentato nel corso del seminario Ultra-dense Hydrogen and Low Energy Nuclear Reactions da loro tenuto il 22 ottobre scorso presso lo SRI International (USA): come molti di voi già sanno, i due ricercatori propongono un collegamento tra le LENR e la Rydberg Matter.

Scusate se me ne occupo con un po' di ritardo, ma ho potuto dedicare pochissimo tempo la settimana scorsa al blog.

Celani ritiene che la presentazione in questione sia abbastanza "abbordabile" e divulgativa, utile da un punto di vista didattico per ripercorrere la venticinquennale storia della fusione fredda.
Celani sottolinea altresì come il pacato confronto proposto da Holmlid tra la significanza statistica del segnale attribuito alla scoperta del Bosone di Higgs e quella di un tipico esperimento di LENR, NON abbia ovviamente alcun intento polemico...

È doveroso ricordare che l'ultimo lavoro di  Celani e dei suoi collaboratori, anticipato sinteticamente all'ICCF19 del 13-18 Aprile 2015 e in corso di pubblicazione (e che avete già potuto leggere tramite questo blog) ipotizza tra l'altro che proprio la Rydberg Matter (e quanto rilevato sperimentalmente da Holmlid e Olafsson) possano avere un qualche ruolo nei recenti risultati sperimentali ottenuti a Frascati.

Le 40 slides del seminario di Holmlid e Olafsson sono scaricabili da questo link:

https://drive.google.com/file/d/0B766VMrC-BKoVmNfZzZKMGlmakFsSGRaOXQ4Q0ZKZVdLeXE4/view?usp=sharing

lunedì 26 ottobre 2015

Introduzione alla Green Chemistry da parte del chimico Corrado Malanga

49 : commenti
Solitamente il tema ecologico viene percepito come un argomento che pertiene al comportamento della persona intesa come attore che opera nell'ecosistema a livello o soggettivo, o famigliare, oppure di una comunità estremamente delimitata dal punto di vista territoriale. Questo tipo di approccio tende a fornire risposte micro (ossia su piccola scala) nei confronti degli effetti che l'impatto dell'azione umana ha sull'ecosistema. Impatto che, per sua stessa natura, ha invece un'incidenza ecosistemica di tipo macro (ossia su larga scala).

L'approccio micro, che è stato sinora preponderante nel dibattito ecologico italiano, tende a provocare nelle persone un effetto psicologico di smarrimento (a volte di atterrimento) causato, consapevolmente o inconsapevolmente, dalla percezione dell'asimmetria fra la magnitudo delle sfide da fronteggiare dal punto di vista ecosistemico e la capacità, di ciascuno di noi, di incidere positivamente su tali sfide attraverso i nostri comportamenti.

Al fine di superare questa percezione asimmetrica è necessario che l'approccio micro venga integrato in una visione macro. Un possibile contributo utile alla nascita di tale visione è l'adozione di un approccio multidisciplinare, che in quanto tale sia necessariamente dinamico e dunque in costante evoluzione. Sotto questo aspetto, può essere interessante analizzare l'approccio che la Green Chemistry adotta nel contesto della chimica, in particolare industriale e organica.

Nella seguente intervista, il chimico Corrado Malanga effettua un'introduzione al tema della Green Chemistry illustrandone alcuni principii fondamentali e descrivendone le linee guida.

Francesco Chini

* * * * * * *
Esiste una chimica ecologica che aiuti a sviluppare una economia ecologica e che sia quindi capace di ridurre l’impatto nocivo che i rifiuti provenienti dagli scarti delle produzioni industriali hanno sull’ecosistema? Per scoprirlo, siamo andati all’Università di Pisa, presso il dipartimento di chimica industriale, al fine di trovare la risposta a queste domande.



domenica 25 ottobre 2015

Ca-cat: una "cagata pazzesca"
o il segreto dell'e-cat?

24 : commenti
Non sappiamo con certezza come funzioni l'e-cat, qualcuno direbbe che non sappiamo nemmeno con certezza che funzioni...

Molte sono le teorie finora avanzate dagli esperti, anche troppe; infatti solo una, al massimo, potrà essere quella giusta.

Di sicuro la persona che dovrebbe conoscere meglio l'e-cat, Andrea Rossi, ha fatto una scelta: pubblicare con il prof. Norman Cook un paper in cui è presentata una bozza di ipotesi di funzionamento. Inoltre dichiara di stare attualmente lavorando con Cook, ed ora anche un matematico, ad una revisione ed affinamento matematico della stessa teoria.

Alcuni aspetti del paper si comprendono meglio attraverso un libro di Cook, che Rossi ha dichiarato più volte di aver studiato per lo sviluppo dell'e-cat. In estrema sintesi il paper ipotizza che l'energia in eccesso dell'e-cat sia dovuta alla fusione di Litio-7 e Idrogeno-1 in Berillio-8 e dal suo conseguente decadimento in due atomi di Elio-4 ad alta energia cinetica (circa 17 MeV complessivi), quindi senza sostanziali emissioni di pericolosi neutroni e gamma.

Questo Cook-Rossi paper ha ricevuto di recente una forte critica da Camillo Franchini in un post del suo blog. In sintesi Franchini mostra che, secondo le banche dati AIEA, a fronte del bombardamento di Litio-7 con protoni (nuclei di Idrogeno-1), le reazioni nucleari documentate siano ben tre: una che produce solo gli alfa (nuclei di Elio-4) ad alta energia, ma anche una che produce pericolosi gamma ed una che produce addirittura neutroni.

Sono venuto a conoscenza di questo interessante post grazie a Gio che lo aveva linkato su 22 passi, e seguendo un vecchio consiglio di Mario Massa sono andato nel blog di Franchini a chiedere chiarimenti tecnici.

Il primo dubbio che mi era venuto era se queste emissioni di gamma e neutroni censite nelle banche dati fossero in quantità trascurabili o fossero facilmente schermabili, ma dalle prime risposte tecniche ricevute ho capito di no.

Ho quindi sottoposto a Rossi la questione su JoNP e lui mi ha suggerito di rileggere bene il Cook-Rossi paper, cosa che ho fatto.
Ho notato per prima cosa che Cook parla di Litio-7 al primo livello di eccitazione nucleare e non allo stato fondamentale e che questa cosa sia per lui determinante.

Ma ho notato che gli esperimenti documentati nelle banche dati AIEA non contemplavano questa opzione per ragioni tecnologiche molto semplici: la durata del primo stato di eccitazione nucleare del Litio-7 è estremamente piccola, questo torna praticamente subito allo stato fondamentale emettendo un gamma... ancora gamma!

Ci ho pensato un po' sopra ed ho avuto alla fine un flash molto bizzarro: e se invece di essere il protone a colpire il Litio-7 avvenisse il contrario?
Data la bizzarria dell'ipotesi non ho voluto nemmeno proporla come ennesima spiegazione dell'e-cat, ma suggerirla come originale ipotesi di un ipotetico reattore alternativo all'e-cat che ho chiamato ironicamente Ca-cat (Caggia-catalyzer).
Ho cercato quindi nella banca dati AIEA questa bizzarra reazione e con mia sorpresa l'ho trovata. Che fortuna! Mi sono detto.


Ho anche verificato che non esistessero altre possibili conclusioni di questa reazione che producessero gamma o neutroni... altro colpo di fortuna! (vedi nota 1)

lunedì 19 ottobre 2015

Consegnati pubblicamente da Mehran Keshe i generatori di energia elettrica Magravs agli ambasciatori di una dozzina di nazioni

246 : commenti
(post di SPAXIO)

Cosa dire? semplicemente se quanto consegnato fosse realmente funzionante saremmo di fronte ad una rivoluzione planetaria.

L'ing Mehran Keshe che mostra il generatore elettrico da 2kW 
Ambasciatori e personalità presenti al meeting tenutosi a Roma il 16 Ottobre 2015
Qui trovate il video Meeting Keshe Roma 15 Ottobre 2015 (Youtube) 

oppure 

nel link è il secondo in basso.

domenica 18 ottobre 2015

11° International Workshop on Anomalies in Hydrogen Loaded Metals

11 : commenti

Direttamente dal blog EGO OUT di Peter Gluck l'elenco (e i link per scaricare di documenti) di tutti lavori presentati all'Airbus-ISCMNS Workshop tenutosi a Tolosa dal 15 al 18 ottobre 2015:
  1. Frederic Henry-Couannier From Dark Gravity to LENR
  2. Stephane Neuville Quantum Electronic Atomic Rearrangement in Solidsby H2 Recombination Energy Release On DD NuclearSyntheses Under Irradiation of Deuterium
  3. Jean-Luc Paillet Electron Deep Orbits of the Hydrogen Atom
  4. Fabrice David Hydrogen Isotopes in alloys hypotheses and experiments
  5. Daniel Fruchart, Nataliya Skryabina Is Super Abundant Vacancy a singular state in theHydrogen-in-Metal paradigm?
  6. Yu.K. Kurilenkov et al. Nuclear Syntheses Under Irradiation of DeuteriumLoaded Pd Anode by Auto Electron Beams at PulseVacuum Discharge
  7. Jean-François Geneste Reverting the Burden of Proof of the Non-Existence ofLENR to Orthodox Physicists
  8. Jacques Dufour Unconventional Heat Observation in theHydrogen/Iron/Sodium System
  9. Rickard Lundin, Hans Lidgren Power Generation by Resonant Isotope Transmutationof Nuclides 
  10. Jean Paul Biberian Replication Attempts of the Parkhomov Experiment
  11. Leonid Urutskoev Phenomenological model of collective Low EnergyNuclear Reactions
  12. K.P. Budko, A.I. Korshunov Calorimetric Investigation of Anomalous HeatProduction in Ni-H Systems
  13. Jacques Ruer Analysis of the Potential Behavior of the Energy Catalyzer as Described in the US Patent 9,115,913 B1
  14. Jacques Ruer Can Craters and Hot Spots Be Explained by Erzions or Exotic Particles?
  15. Jean-François Geneste LENR: from Experiment to Theory
Thanks a lot Peter!

sabato 17 ottobre 2015

Se Tesla fosse nato un secolo dopo
oggi la scienza sarebbe un secolo avanti

38 : commenti
Condivido con tutti il consiglio di un nostro lettore che il 9 settembre scorso (eh sì, ero rimasto un po' in arretrato con le email!), ispirato dai commenti su auto elettriche e trasmissione di energia wireless fioccati in quei giorni sul primo post di Guido Gardini sull'App Psimeter, mi segnalò un articolo dell'ingegner Diego Barone che tratta della trasmissione di energia wireless secondo i brevetti di Nikola Tesla (1856-1946).

***
Il sistema Wireless di Tesla 

Prima di tutto ... cos'è il "Sistema Wireless di Tesla"?
È un metodo per trasmettere energia a distanza in grande quantità e con rendimenti elevati. Probabilmente l'idea di base prevedeva la possibilità, per chiunque, di prendere un ricevitore adeguato, collocarlo in qualsiasi posto del mondo ed avere pronta l'energia elettrica di cui aveva bisogno. Detto così sembra una cosa fantascientifica (un po' come la pubblicità dell'Enel dove un tizio fa tre buchi nella sabbia  e attacca la spina...), in realtà con questa pagina dimostrerò che è realmente realizzabile.
ATTENZIONE: che sia realizzabile non vuol dire che si presti ad essere utilizzata correntemente e senza rischi!
Per dimostrare che non sto dicendo bischerate e che non sto semplicemente riproponendo le solite storie lette e rilette in giro per internet, pubblico una foto...


Ci sono tre bobine:
  • La bobina di mezzo è il trasmettitore
  • Le due bobine ai lati sono due ricevitori distinti. Ogni bobina alimenta una lampada a incandescenza da 75W (che poi sono quei "globi" luminosi che saturano la fotocamera...)
In questo esperimento, il TX è alimentato con 170W e sulle lampade dei ricevitori ho complessivamente 150W. Il rendimento complessivo (inteso come potenza ricavata ai ricevitori rapportata alla potenza assorbita dalla rete) sfiora un 88,2%, e questo senza alcuna regolazione né di sintonia dei ricevitori né di adattamento del carico...
Basta, cominciamo con le spiegazioni.

I brevetti di Tesla Tutti i brevetti di Tesla sono liberamente consultabili direttamente dal sito dell'ufficio brevetti degli Stati Uniti (www.uspto.gov) oppure anche tramite wikipedia. Ce ne sono parecchie decine, che spaziano dai generatori (e sistemi di regolazioni più o meno curiosi), ai motori, alle lampade (ad arco, a fluorescenza...), ai trasformatori (risonanti e non), ai sistemi di trasporto dell'energia elettrica. In questa sede ci interessano soprattutto i tre brevetti seguenti:
C'è poi un documento estremamente interessante che si trova in giro con google e che riassume un po' tutto l'argomento. Non so quanto sia ufficiale, anche se dal sottotitolo sembra che sia scritto dallo stesso Tesla, ad ogni modo lo riporto poiché è davvero molto utile:
"The True Wireless" è scritto con una marcata vena polemica nei confronti della teoria della propagazione di Hertz (che, con un po' troppo impeto, viene in qualche modo definita come una aberrazione della mente umana), e sinceramente è molto divertente leggerlo...
***
E io consiglio ingeneri, fisici, elettrotecnici e appassionati di cliccare il seguente link per continuare a leggere tutto l'articolo
e di mettere tra i bookmark tutto il sito di Diego Baroni che (oltre a trattare di Tesla in diversi altri post) si occupa di parecchia altra roba da amatori di elettronica, audio professionale ecc. (vedi indice in home page)

Tornando a Tesla, concludo con una battuta: se fosse nato un secolo dopo, oggi la scienza sarebbe un secolo avanti. 
Di certo non viviamo nel miglior universo parallelo possibile! ;-)

venerdì 16 ottobre 2015

Scienza e LENR:
per gli scienziati svedesi siamo a una svolta!

95 : commenti
Versione italiana, autorizzata dal giornalista scientifico Mats Lewan, di Swedish scientists claim LENR explanation break-through, pubblicato il 15/10/2015 sul blog An Impossible Invention. Traduzione di Daniele Passerini.
***

Scienza e LENR:
per gli scienziati svedesi siamo a una svolta!

Rickard Lundin, photo: Torbjörn Lövgren, IRF.
In poche parole sarebbe non una nuova fisica, ma un poco noto effetto fisico che descrive l'interazione della materia con campi elettromagnetici — forze ponderomotrici di Miller — la chiave per spiegare il rilascio di energia e i cambiamenti isotopici che avvengono nelle LENR. Questo è ciò che Rickard Lundin e Hans Lidgren, due scienziati svedesi di alto profilo, affermano illustrando la loro teoria in un articolo intitolato Spallazione nucleare e cattura neutronica indotta da onde di forza ponderomotrici (qui l'articolo integrale) che verrà presentato Venerdì 16 ottobre in Francia, all'11° Workshop internazionale sulle anomalie nei metalli caricati con idrogeno, ospitato da Airbus a Tolosa.

L'idea di base
è che le forze ponderomotrici a frequenze di risonanza strappino dei neutroni a elementi come il deuterio e il litio, e che questi neutroni vengono poi catturati, per esempio, dal nichel, con conseguente rilascio di energia, come previsto dalle leggi fisiche già note.

Lundin e Lidgren hanno condotto con successo un breve esperimento e hanno verificato che i loro calcoli sono compatibili ai risultati ricavati da esperimenti LENR ben noti, come il Lugano report sull'E-Cat di Andrea Rossi. All'inizio del 2015 hanno anche depositato una domanda di brevetto che descrive il processo.

"Abbiamo fatto un esperimento per conto nostro, ma ci siamo fermati lì. Ci siamo resi conto di essere seduti su una sorgente di neutroni e questo non è qualcosa si dovrebbe fare in cantina," mi ha detto Rickard Lundin, professore di Fisica dello Spazio presso l'Istituto Svedese di Fisica dello Spazio (IRF) e membro della Reale Accademia Svedese delle Scienze (KVA)*.

Gli scienziati si stanno ora preparando per un esperimento ben pianificato con tutte le necessarie misure di sicurezza, preferibilmente con un reattore dal corpo trasparente in quanto l'effetto, secondo gli scienziati, rilascerebbe parecchia luce.

Le forze ponderomotrici derivano dalla parte elettrica dei campi elettromagnetici oscillanti, e agiscono su tutte le particelle, corpuscolari o plasmatiche. Sono tutte caratterizzate da un trasferimento di energia elettromagnetica e momento angolare a particelle cariche o non cariche. Una di loro, la forza di gradiente, funziona indipendentemente dal segno delle cariche.

All'inizio il fenomeno era stato pensato per descrivere la "pesantezza" della luce — la capacità della luce di avere una forza di "spinta" sulla materia. Ciò che Lundin e Lidgren hanno studiato e pubblicato nel 2010 è che il fenomeno ha una frequenza di risonanza, specifica per ogni particella o cluster di particelle, e che la forza aumenta vicino alla frequenza di risonanza, essendo repulsiva dal lato della bassa frequenza, ma attrattiva dall'altro.

"Tali forze non sono intuitivamente prevedibili, sono proprio un po' strane: fanno sì, per esempio, che corpi caldi attraggano materia," dice Lundin.

Hans Lidgren
Lidgren, Magister Scientiae in Ingegneria Fisica, e cofondatore della società di esplorazione petrolifera Rex International Holding, ha iniziato a indagare il fenomeno dopo avere scoperto strane caratteristiche nelle orbite dei satelliti, analizzando le rilevazioni dei satelliti altimetrici finalizzate a rilevare potenziali giacimenti di idrocarburi.

Sarebbe giusto aspettarsi che la luce del sole eserciti una forza di spinta sui satelliti, ma Lidgren scoprì il contrario. Dopo un esperimento con il pendolo nel vuoto, che mostrava lo stesso effetto, Lidgren e Lundin hanno pubblicato il loro documento "Sull'attrazione della materia per opera della forza ponderomotrice di Miller".

Lundin era un collega all'Accademia delle Scienze (KVA)* del compianto Prof. Sven Kullander, precedente capo del Comitato Energia della KVA. Il Prof. Kullander fu strettamente coinvolto nelle indagini svolte dai ricercatori svedesi sui dispositivi di Andrea Rossi. L'interesse di Lundin è iniziato con la pubblicazione del Lugano report.


"Quando ho visto il Lugano report e gli shift isotopici tutto è diventato così evidente," ha detto Lundin.

Ha spiegato che l'estrazione di neutroni dai nuclei di deuterio e/o litio richiede energia, e che il trucco è farlo nel modo più efficiente.

"Il nostro metodo è più accurato, poiché usa la minore quantità possibile di energia [attraverso la risonanza] per liberare neutroni. Altri, come Rossi stanno creando turbolenze attraverso onde quadre [nella corrente elettrica che alimenta le resistenze per il controllo della reazione — onde quadre contenenti un gran numero di armoniche e quindi molte frequenze differenti], e ottengono uno spettro d'onda turbolento col rischio che alcune frequenze diventino po' troppo alte," ha spigato Lundin.


Dopo questa intuizione, Lundin ha continuato a mantenere un basso profilo in quanto l'argomento è decisamente scottante, anche a causa di una situazione conflittuale creatasi all'interno dell'Accademia delle Scienze a partire da quando Kullander dichiarò apertamente il suo interesse per la tecnologia LENR e Rossi.

"Penso che chi è critico lo sia per paura, dovuta a quanto questa ricerca è stata molto stigmatizzata in passato. Se c'è qualcosa che gli scienziati temono è diventare dei paria. Ci vuole un sacco di coraggio per andare contro le interpretazioni più accreditate, ma penso di appartenere a quel genere di persone che hanno imparato a incassare le critiche," ha detto Lundin.

Lundin e Lidgren hanno presentato il loro articolo sia al sito web di prestampa "open" Arxiv.org sia alla rivista peer-reviewed "Plasma Physics and Controlled Fusion" (PPCF), ma entrambi hanno rifiutato persino che i loro revisori gli dessero uno sguardo, PPCF sostenendo "che il contenuto di l'articolo non rientra tra gli scopi della rivista ". Arxiv.org ha pure impedito a Lundin di presentare ulteriori articoli nei mesi di luglio e agosto.

"Ho dei precedenti abbastanza buoni molte pubblicazioni e questa è la prima volta che mi capita qualcosa del genere. È scortese non offrire una semplice revisione. Per me è importante ricevere commenti e critiche dai colleghi ricercatori che possono dire "questo non può essere corretto" al fine di migliorare l'articolo," ha detto Lundin.

Per quanto riguarda la giustificazione addotta da PPCF, Lundin ha commentato:

"La parola plasma è usata almeno 50 volte nel testo, ed è fondamentale per il processo di spallazione così come lo descriviamo. Tuttavia non si tratta della "fusione controllata" nel senso classico — fusione di due elementi/isotopi tramutati in un nuovo elemento (per esempio, deuterio + trizio --> elio + 1 neutrone). Ma di certo si può ancora descriverla come una fusione. Cattura neutrononica significa che un neutrone libero è fuso con un nucleo/elemento che viene così a essere trasmutato in un isotopo più pesante dello stesso elemento (per esempio 58Ni + 2n --> 60Ni + energia). Il problema è probabilmente il terrore che si è sviluppato nel corso degli anni nel maneggiare il termine fusione fredda (e LENR)."

È stata Elisabeth Rachlew, professore emerito e ricercatore della fusione calda e del plasma presso lo Swedish Royal Institute of Technology, e anche membro della KVA* e successore del Prof. Kullander a capo del Comitato Energia della KVA, che ha consigliato a Lundin e Lidgren a presentare l'articolo a PPCF. La Rachlew ha fatto anche una revisione dell'articolo.

"Pensavo che l'articolo fosse molto interessante, e sono rimasta stupita di vedere che non era nemmeno stato inviato ai revisori. PPCF avrebbe dovuto inviatre la sua risposta immediatamente, invece ci sono voluti mesi. Immagino che fossero angosciati," ha detto la Rachlew.

Il vantaggio della teoria
di Lundin e Lidgren, a parte il fatto che quadra con i dati sperimentali e le osservazioni, è che non c'è bisogno di superare la barriera di Coulomb — la forza repulsiva tra i nuclei di carica positiva nel concetto tradizionale di fusione, che è uno dei motivi per cui molti scienziati ritengono che la fusione fredda sia impossibile.

"Ho anche pensato così — non si può superare la barriera di Coulomb [a basse temperature]. E quindi fondere nuclei e protoni non funziona. Si può forse avviare un processo molto debole, ma non raggiungere un livello in cui si abbia un significativo rilascio di energia," ha detto Lundin.

I neutroni, che non hanno carica, possono essere facilmente catturati da un nucleo atomico senza questo problema. C'è anche qualche altra teorie LENR basata sui neutroni, ma ciò che questo modello aggiunge è una solida spiegazione della loro provenienza, che spesso manca in altri modelli.

"Il nostro modello descrive un processo piuttosto naturale. Costituisce probabilmente uno dei principali contributi al mantenimento di una temperatura elevata all'interno della Terra, dato che c'è alta pressione, alta temperatura e buona disponibilità di neutroni per produrre elementi [attraverso questo processo] con risorse fondamentalmente illimitate di deuterio," ha detto Lundin.

Nelle conclusioni del report, gli autori scrivono:

"Questo report dimostra, teoricamente e sperimentalmente, che la produzione di energia nucleare può essere alloggiata in reattori piuttosto piccoli, che operano a temperature modeste (≈900-2000° C), e produrre potenza sostenibile nell'ordine di 1-10 kW – con un minimo consumo di combustibile (pochi grammi all'anno). (...) La magnitudine della potenza in uscita, erogata da una minuscola quantità di combustibile, dimostra che si tratta di un processo nucleare con grandi potenzialità. Correttamente utilizzato il processo potrebbe diventare una fonte di energia illimitata e sostenibile, producendo essenzialmente rifiuti con radioattività di breve durata."


E nei ringraziamenti:

"(...) Siamo particolarmente grati al Prof. Sven Kullander, che ha promosso l'idea che avvenisse un processo nucleare nel cosiddetto "esperimento Rossi", fino al momento amaro della sua morte (2014). Il diligente lavoro svolto dal Prof. Kullander dentro la Commissione per l'Energia presso l'Accademia Reale delle Scienze, e il suo apporto all' "esperimento Rossi", è stato determinate per questo lavoro."

- - - - - -

Post scriptum. La persona che per prima
mi ha parlato di questa ricerca è stato un altro membro dell'Accademia delle Scienze*, membro dell'Accademia Reale Svedese delle Scienze Ingegneristiche (IVA) ed ex vicepresidente della ricerca e sviluppo per la multinazionale svedese-svizzera ABB, società che si occupa di energia, robotica e automazione, il Prof. Harry Frank — giusto per dare un'idea del livello l'interesse raggiunto dalle LENR in Svezia, mentre gli editori scientifici della radio nazionale svedese, SR, e alcuni scienziati insistono brutalmente a sostenere che è tutto un imbroglio, o almeno che nulla è mai accaduto in questo campo, e che nulla probabilmente mai accadrà. SR è stato anche premiato per questo.

 
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* I Comitati dell'Accademia delle Scienze, KVA, agiscono come Consigli di selezione per i Premi Nobel per la Fisica e Chimica.

lunedì 5 ottobre 2015

L'App PsiMeter fra pseudo-casualità e decadimento radioattivo

32 : commenti
(post di Guido Gardini)



Lo PsiMeter, App Android per misurare le facoltà Psi, è uscito dalla fase di beta-test e ora è presente, gratuitamente e senza pubblicità, sulla vetrina virtuale di Google Play. Finora gli esperimenti con carte Zener virtuali venivano condotti principalmente in due modi puri e un modo ibrido:
  1. in laboratorio, con un generatore true-random impiegante una sorgente radioattiva o un diodo Zener,  potenzialmente con una platea di pochi soggetti che effettuano prove;
  2. su internet o nelle App per smartphone con l'uso di generatori pseudo-random, con ben noti algoritmi deterministici e utilizzati da una grande quantità di persone;
  3. con un compromesso che sfida a volte logica e buonsenso, usando autentici numeri true-random, ma già memorizzati, per condurre ad esempio esperimenti di precognizione oppure di micro-pk.
Partendo da queste considerazioni, maturate nel tempo (anch'io in passato avevo realizzato una pagina web con un approccio di tipo 2), mi sono reso conto che si poteva realizzare un generatore true-random funzionante in tempo reale utilizzando uno smartphone.
La realizzazione di un tale generatore, seguendo le varie discussioni presenti in rete, è del tutto sconsigliata, poiché, nella maggioranza dei casi, presenta molti svantaggi rispetto al più affidabile generatore pseudo-random.
Per l'impiego specifico era però assolutamente necessario e così, dopo mesi di tentativi, ho completato il generatore e il cammino verso l'App è diventato tutto in discesa.
Ora potenzialmente non sono disponibili solo pochi generatori true-random da laboratorio, ma oltre un miliardo di smartphone con cui condurre esperimenti.

Poiché mi sono basato su di un'esperienza precedente anche se datata, per non ripetermi troppo ho anche cercato di innovare il test: oltre alle carte Zener, necessarie anche come confronto con tutte le prove in letteratura, ho voluto introdurre carte rappresentanti sport e utensili e, nella versione attuale, anche cerchi colorati.
In particolare inserendo anche carte con attività sportive e strumenti di lavoro ho voluto ricordare gli esperimenti di Piero Cassoli che, tanti anni fa, aveva ottenuto buoni risultati rappresentando scene di vita vissuta.
Chi proverà l'App mi farà qualcosa di molto gradito se manifesterà le sue obiezioni o correggerà eventuali errori nella versione inglese o spagnola (basta cambiare lingua dalle impostazioni per vederle).

Per installare l'App si può usare il link https://play.google.com/store/apps/details?id=it.guido.android.pr01.psimeter, mentre, per seguire l'evoluzione di questa realizzazione, oltre alla pagina Facebook https://www.facebook.com/psimeter, c'è il blog http://www.psimeter.it.

sabato 3 ottobre 2015

Cercansi in Umbria 20 giovani diplomati da formare come tecnici superiori per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica

6 : commenti
Approfitto di questo weekend per aprire nel blog un piccolo spazio rivolto ai giovani umbri con diploma di maturità che stanno cercando idee per il proprio futuro.
Innanzi tutto un mea culpa del sottoscritto! ;-)

Negli ultimi anni il mondo della scuola ha vissute molte trasformazioni, tra cui la quella dei cicli di istruzione della scuola superiore che rilasciano i diplomi. È scomparsa per esempio la sigla ITIS (Istituto Tecnico Industriale Statale), sostituita dalla sigla IIS (Istituto di Istruzione Superiore) che comprende sia i precedenti istituti tecnici, sia i precedenti istituti professionali.
Ruolo dell'ITS all'interno del sistema di istruzione italiano.
E confesso che fino a pochi giorni fa - ammetto l'ignoranza - confondevo ITIS e ITS! Invece gli attuali ITS, a dispetto dell'assonanza, non hanno proprio nulla a che vedere con i vecchi ITIS.
Gli ITS (Istituto Tecnico Superiore) sono scuole di specializzazione post diploma finanziate da MIUR, Regioni e imprese private, al fine di formare giovani “super tecnici” con profili realmente spendibili nel mondo del lavoro. 
I giovani che escono dalla scuola secondaria di secondo grado possono dunque iscriversi, in alternativa all'Università, a un ITS, dove trovano un po' meno didattica teorica e un po' più didattica pratica e applicativa, con stage presso imprese e professionisti (coinvolti anche nella definizione dell'offerta formativa e nello svolgimento delle docenze).
Gli ITS rilasciano il “Diploma Ministeriale di Tecnico Superiore” – certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche – EQF  riconosciuto in tutta l’Unione Europea.
  1. Automazione e Sistemi Meccatronici
  2. Innovazione e Qualità delle Abitazioni
  3. Responsabile delle produzioni e delle trasformazioni agrarie, agroalimentari e agro-industriali
  4. Ricerca e sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica
  5. Marketing e Internazionalizzazione delle Imprese
Un corso che mi sembra particolarmente interessante è il n. 4, quello a indirizzo biotecnologico. 
La figura professionale che ne viene formata (Tecnico superiore per la ricerca e lo sviluppo di prodotti e processi a base biotecnologica) è in grado di:
  • operare nei comparti chimico, chimico-farmaceutico, ambientale e dei biomateriali sia in attività di ricerca e sviluppo sia in attività di pianificazione, realizzazione, gestione e controllo di progetti, processi, attività e impianti;
  • contribuire alla corretta applicazione delle procedure di produzione, nel rispetto di standard-qualità, normative internazionali, comunitarie e nazionali che disciplinano i comparti;
  • interviene nella valutazione dell'impatto ambientale degli impianti e delle emissioni per garantire l'eco-sostenibilità dei processi e dei prodotti.
Per finire qualche numero: i posti disponibili sono 20, le ore formative sono 1800 (distribuite in 4 semestri) di cui 1000 in aula/laboratorio e 800 in azienda. Il costo è zero: la partecipazione ai corsi è gratuita.

Nella scheda informativa trovate ulteriori spiegazioni, aree didattiche e unità formative, recapiti per contattare l'ITS Umbria.
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