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martedì 28 ottobre 2008

La città incantata

Come ho già accennato qualche giorno fa parlando di Wall-e, essere papà mi ha fatto riscoprire il cinema per bambini. Ieri pomeriggio per esempio con Arianna e un suo amichetto ci siamo visti (in DVD) una pellicola di grande delicatezza e poesia intitolata La volpe e la bambina... ma di questo magari parlo un'altra volta. Quello che mi ero riproposto oggi è invece far vedere uno spezzone di un film di animazione molto particolare e meritatamente pluri-premiato, La città incantata, di Hayao Miyazaki, di cui io e mia figlia siamo innamorati, io persino più di lei. La trama in breve. La piccola protagonista, Chihiro, si ritrova imprevedibilmente catapultata in una dimensione parallela davvero inconsueta; per liberare i suoi genitori dall'incantesimo della strega Yubaba e tornare insieme a loro nel nostro mondo, Chihiro, ribattezzata da Yubaba semplicemente Sen, dovrà superare una serie di prove; a tal fine le saranno d'aiuto i tanti nuovi amici e l'amore che incontrerà. Quel che più colpisce di questo film sono lo spessore narrativo, la ricchezza visuale, la scommessa - difficile ma riuscita - di far coesistere in equilibrio un grande respiro lirico con una vena grottesca e caricaturale, infatti non mancano le creature mostruose tanto care all'immaginario nipponico, ma senza strafare. Tra le tante scene del film caricate su YouTube ho scelto quella del viaggio a Fondo di Palude, anche perché vi si apprezza la colonna sonora di Joe Hisaishi, che marca con discrezione ed eleganza lo sviluppo di tutta la vicenda.
Se volete maggiori ragguagli sulla trama del film rimando al link su Wikipedia... però penso che conoscerla rovini un po' la sorpresa: il mio consiglio n. 1 è vederlo! Dal suddetto link riporto infine un accenno al titolo originale giapponese - (千と千尋の神隠し) Sen to Chihiro no kamikakushi - pressoché intraducibile. Come spesso accade, la versione italiana non gli rende minimamente giustizia.
"Il titolo originale potrebbe essere tradotto con Il rapimento spirituale di Sen e Chihiro, ma la lingua giapponese si presta a molteplici interpretazioni e molti concetti sono intraducibili, per questo è possibile solo una traduzione che si avvicini all'originale. Kamikakushi è un concetto della tradizione giapponese: quando un bambino si perde si dice che è stato portato via spiritualmente da un dio (spesso uno dei capricciosi dèi minori) e si usa il termine kami-kakushi (nascosto dagli dei). Il bambino rapito o scomparso si risveglia poi lontano da dove è stato rapito e non ricorda nulla del tempo intercorso. Il titolo inglese Spirited Away sembra avvicinarsi maggiormente all'originale."

2 : commenti:

Anonimo ha detto...

Grande Daniele . però a me piace anche Akira di Otomo. Lo hai mai visto? se non lo hai ancora fatto prvvedi con urgenza cia Arzach

Daniele Passerini ha detto...

Ciao Arzach, accetto volentieri il consiglio!
A presto

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