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giovedì 20 agosto 2009

Requiem

Esistono diverse orfanezze. Ci sono lettori orfani dei propri scrittori preferiti, o dei traduttori di questi ultimi... penso alla scomparsa l'altro ieri di Fernanda Pivano. Uno non sa se sentirsi più triste per la perdita di questa grande donna o più riconoscente per tutto ciò che è stata capace di donarci. Senza lei i versi di Spoon River non sarebbero stati quelli che abbiamo amato.
Ci sono figli che restano orfani dei propri genitori. È normale che questo accada se i genitori sono anziani, ma quanto più il lutto è prematuro tanto più semina dolore. Mio padre ad esempio ha perso la madre quando aveva solo tre anni: lei morì di parto mettendo al mondo la terzogenita, lui per tutta la vita è stato (e soprattutto si è sentito) un orfano, il bambino a cui era stato sottratto il suo bene più grande: l'amore materno. Ci sono genitori orfani della loro progenie. Ci ostiniamo a voler credere un'aberrazione della vita che siano i genitori a seppellire i figli, ma è una tragica eventualità contemplata dalle sue regole, spesso crudeli. Resta che questo è inequivocabilmente il lutto più doloroso che esista. Ieri alle ore 14, una mia collega ha perso l'unico figlio per un incidente stradale in cui lui non ha avuto alcuna responsabilità: tornava tranquillo a casa in moto, rispettando limiti e segnaletica, e di colpo un automobilista sconsideratamente distratto gli ha tagliato la strada, e lo ha ucciso. Giulio Moriconi aveva compiuto 18 anni lo scorso 22 luglio; avrebbe festeggiato questo traguardo in occasione del Palio di S. Rufino, tradizionale appuntamento per la cittadinanza di Assisi, quest'anno rinviato in segno di lutto. Era un "ragazzo modello", studioso, responsabile, sportivo, impegnato nella parrocchia, mai un pensiero dato ai suoi genitori, solo soddisfazioni, se possibile rasentava la perfezione. Vedere la salma, pietosamente ricomposta alla camera ardente dell'ospedale di Assisi e il dolore della madre disperata e del padre sotto shock, ha attivato in me tutto il ventaglio di angosce che un genitore può provare circa i pericoli che un figlio incontra nel vivere. Per questo oggi in ufficio in tanti eravamo tristi e tramortiti, pensando ai nostri figli e a come potremmo sentirci nel malauguratissimo caso che... Pure la consapevolezza, per chi ha fede, che l'anima sopravvive alla morte, non cancella il dolore della perdita: chi torna in Cielo riabbraccia Dio, chi resta qui deve lottare affinché il cuore gonfio di ricordi non scoppi. L'eterno riposo dona loro, Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Basta parole. Solo un breve brano del Requiem di Mozart...

2 : commenti:

chiara ha detto...

mio Dio.. per certe cose non ci sono commenti da fare.. sono cose che credo ti uccidano, tu continui a vivere ma sei morto dentro. Mi dispiace molto Daniele, mi dispiace molto.

gaz ha detto...

E' la mia preoccupazione costante,
è, al solo pensiero, l'angoscia maggiore.

Daniele ti capisco.

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